Il Palombaro Lungo, una Cattedrale d’Acqua

Piazza Vittorio Veneto, access to the Palombaro Lungo (c) Kirk Fisher/Shutterstock.com
Piazza Vittorio Veneto, access to the Palombaro Lungo (c)
Questa enorme cisterna scavata nel tufo rappresenta l’apice di una tradizione legata ai sistemi di raccolta di acqua piovana che a Matera è iniziata nel Neolitico.

Tra le principali caratteristiche che hanno contribuito a far diventare i Sassi di Matera Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO, figura il complesso sistema idrico cittadino, che comprendeva numerose cisterne ipogee di varie dimensioni, collegate tra loro come le radici di un grosso albero, esteso sotto tutti i Sassi. La più grande di queste cisterne, che si trova sotto la centralissima piazza Vittorio Veneto, è chiamata Palombaro Lungo. Essa in passato serviva come fonte di approvvigionamento idrico per tutte le costruzioni poste nella zona detta “al piano”, abitata da famiglie borghesi, subito fuori dai più popolari Sassi. La cisterna, dove convergevano le acque piovane e sorgive provenienti dalle alcune delle colline circostanti, presenta pareti in tufo rivestite da un particolare intonaco impermeabile, è alta circa 15 metri e può raggiungere una capacità di circa 5 milioni di litri d’acqua.

La sua realizzazione risale al XIX secolo, ma negli anni successivi, conseguentemente all’aumento demografico e all’espansione cittadina, è stata più volte ingrandita, tanto che la struttura principale ha via via inglobato le cisterne più piccole, oltre ad alcune abitazioni. Dopo essere stato utilizzato per circa un secolo e mezzo come riserva idrica, con la costruzione, nel 1920, dell’Acquedotto Pugliese, il Palombaro Lungo divenne superfluo e fu abbandonato. Fu riscoperto solo nel 1991, durante i lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto. 

Una visita al Palombaro Lungo regala un’esperienza indimenticabile: per percorrere tutta la grande cisterna, che si dirama come un labirinto di pietra, si effettua un vero e proprio itinerario sotterraneo, immersi in un’atmosfera irreale, tra pilastri, arcate scavate nella roccia e pareti arrotondate, che gli hanno fatto guadagnare il nome di “Cattedrale dell’acqua“.