I Sassi. Da “Vergogna d’Italia” a Patrimonio dell’Umanità

Panoramic view of the Sassi in Matera (c) Canadastock/Shutterstock.com
Panoramic view of the Sassi in Matera (c) Canadastock/Shutterstock.com
Matera è tra le più antiche città al mondo: i primi insediamenti risalgono alla preistoria. Per citare la definizione con cui sono stati iscritti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO, i Sassi sono “un paesaggio culturale”.

La storia dei Sassi di Matera, come abbiamo detto, è antichissima e complessa, ricca di ribaltamenti e …colpi di scena. Nel corso dei secoli le tipiche abitazioni in tufo dei Sassi, inizialmente considerate capolavori di urbanistica, si sono trasformate in luoghi angusti, umidi e malsani, in cui spesso persone e animali vivevano in comune. Palmiro Togliatti alla fine degli anni Quaranta definì famosamente i Sassi “vergogna nazionale“, subito dopo una legge speciale firmata nel 1952 ne decretò l’abbandono. Ma come in ogni storia che si rispetti, alla fine è arrivato anche il riscatto: nel 1986 fu varata un’altra legge speciale, questa volta per il ripopolamento dei Sassi, che nel 1993 furono inseriti nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Infine, Matera fu eletta Capitale Europea della Cultura nel 2019. A livello geografico, la parte più antica della città è divisa in tre aree: il Sasso Barisano a Nord-Ovest (pare debba il suo nome al fatto che “guarda” verso la città di Bari), la Civita al centro, e il Sasso Caveoso a sud, così chiamato vista l’altissima densità di case grotta. Il Sasso Barisano è stato il primo a essere interessato dagli interventi di recupero in seguito alla legge del 1986. Grazie a un’attenta ristrutturazione, sono sorti diversi alberghi, bar e ristoranti, dove assaggiare la tipica cucina locale, oltre a gallerie d’arte, laboratori di artigianato locale, così come studi di design, uffici e abitazioni private. Qui troviamo però anche San Pietro Barisano, la più grande tra le chiese rupestri dei Sassi, con le particolari catacombe ipogee.

Il Sasso Caveoso invece, è un susseguirsi di case grotta, testimonianze viventi dell’architettura rupestre materana e costruite le une sulle altre, tanto che spesso capita di camminare sui tetti delle abitazioni sottostanti. Il Caveoso è dominato da un’imponente presenza: quella del Monterrone, uno sperone di roccia al cui interno sono state scavate due incredibili chiese rupestri, Madonna de Idris e San Giovanni in Monterrone. Un altro edificio religioso da non perdere è San Pietro Caveoso, costruita sul ciglio della gravina, suggestivo canyon risultato dell’erosione dell’acqua.